Ho scelto i versi di uno dei più grandi successi dei Queen non perché voglia parlarti di rock o musica, ma perché questa strofa ci regala il senso di visione aziendale, meglio nota proprio come “vision”.
Ecco quello che i tycoon non ti diranno mai…
Pensi che nel business la “vision” sia qualcosa di astratto, secondario? Pensi che basti un buon business plan per partire con il piede giusto e iniziare una nuova avventura imprenditoriale? Puoi smettere di leggere questo post adesso se vuoi. Oppure, meglio ancora, puoi leggerlo fino in fondo e poi cambiare idea. Scommetto che lo farai.
Perché sono tanto sicuro? Perché senza vision oggi il mondo sarebbe un posto peggiore, più scomodo. Non avremmo probabilmente né tecnologie che semplificano la vita né servizi che la rendono più comoda. Non avresti la maggior parte degli oggetti che in questo momento vedi sulla tua scrivania, né il dispositivo dal quale mi stai leggendo. Wow, proprio così!
Pensi che sia uno scenario un po’ troppo apocalittico? E allora ti dirò di più ancora: il business plan è sopravvalutato. Certo che uno strumento di pianificazione economica e finanziaria è fondamentale in fase di start up aziendale, ma senza una visione è poco più che “carta straccia”…
Ogni nuova avventura imprenditoriale, ogni azienda nasce, cresce e si fonda sempre su una visione: la visione di un possibile mondo nuovo, migliore, che si vuole contribuire a creare. La visione è il punto di riferimento a cui le persone si ispirano anche nel lavoro quotidiano, raggiungendo obiettivi, individuali o collettivi, altrimenti impossibili.
E se ti dicessi che il sogno di Bill Gates non era quello di diventare un re dell’informatica ma quello di creare un oggetto che stesse sulle scrivanie di tutti gli uffici? E ancora se ti dicessi che l’obiettivo di Walt Disney non era quello disegnare cartoni animati meravigliosi ma suscitare fortissime e bellissime emozioni?
Ti sto solo dicendo che la vision di un imprenditore è qualcosa di più profondo del successo. Eppure la vision è la chiave per il successo. E allora ricorda una regola fondamentale di cui ti ho parlato altre volte quando ho scritto di Lead Generation ed Educational Marketing: focalizzati su quello che puoi offrire ai tuoi potenziali clienti.
Credimi, se fossi costretto a scegliere una e una sola cosa che vorrei ti rimanesse impressa di queste poche righe, sceglierei senz’altro questa: prima di pensare ai tuoi guadagni pensa a quello che puoi dare ai tuoi clienti.
Posso chiederti di porrti poche, semplici domande? Eccole
- Quale valore trasferisco al cliente o potenziale cliente?
- Quale problema del mio cliente contribuisco a risolvere?
- Quali necessità del cliente riesco a soddisfare?
Se sei stato in grado di rispondere in maniera precisa a ciascuna di queste tre domande hai ben chiaro qual è il reale valore della vision aziendale.
Ti faccio un altro esempio: Henry Ford è senz’altro uno dei più grandi imprenditori di tutto il ventesimo secolo. Un uomo capace di creare un impero dal nulla, un uomo che pensava che “Un affare in cui si guadagna soltanto del denaro non è un affare”. Un uomo che soleva ripetere frasi come: “Un idealista è una persona che aiuta gli altri a prosperare”. O ancora: “Gli ostacoli sono quelle cose spaventose che vedi quando togli gli occhi dalla meta”.
Henry Ford era un pioniere, un visionario. Fare automobili non era che lo strumento per applicare questa vision.
I tycoon, i grandi imprenditori spesso parlano di motivazioni e “svelano” il segreto del loro successo parlando di caparbietà, voglia di lavorare e di raggiungere gli obiettivi. Tutto esatto, certo, se stessimo parlando delle doti per avere successo. Nessuno però che si soffermi sulla prima e imprescindibile cosa che serve per un business di successo: la vision.
Si d’accordo… Henry Ford, Bill Gates… ma in che modo la vision può concretamente aiutarmi nella mia attività online? So che te lo stai chiedendo. E non voglio abusare oltre della tua pazienza. Vado al dunque subito.
Esistono 6 regole d’oro per un’attività di successo, e quella della vision è la numero uno. Eccole:
- Stabilisci la tua vision, definisci il tuo obiettivo
- Scegli come raggiungerlo
- Definisci gli strumenti che ti servono per riuscirci (sito web, blog ecc.)
- Scegli i canali da utilizzare, definisci il tuo target
- Usa una comunicazione personalizzata con tutti i tuoi clienti e potenziali clienti
- Scegli con cura e pragmatismo il posizionamento del tuo brand; definisci chiaramente i confini del tuo marchio per accreditarti come autorevole ed esperto nella tua nicchia. I tuttologi, credimi, non vanno lontano nel web marketing….
Questi step sono fondamentali se intendi avviare un’attività online. Lo sono altrettanto per chi vuole quel salto di qualità per attività già avviate.
Sia ben chiaro: non ti sto dicendo di sognare l’impossibile. Non ti voglio far perdere tempo con banalità sulle utopie, ma ti chiedo di essere intraprendente. Di essere flessibile. Il business plan della tua azienda non è un dogma, qualcosa che va accettato come un atto di fede. Se c’è una cosa che Business Model Generation di Alexander Osterwalder ci ha insegnato è proprio questa: con la giusta flessibilità tutto può essere mappato facendo “dialogare” i 9 elementi del suo rivoluzionario “canvas”. Ovvero molto di più che un buon business plan.
Anzi, per sua natura il business plan non ha una struttura fissa, ma si adatta a seconda del fine per il quale viene redatto. Solitamente è composto da una parte introduttiva generale, una parte che descrive il prodotto o servizio, il mercato di riferimento e una parte finale numerica nella quale vengono indicati nel dettaglio gli aspetti economici e finanziari.
La strada per il successo è ripida e tortuosa. E non puoi percorrerla andando sempre dritto, no?
Prima di salutarti voglio suggerirti una cosa: rileggi questo post ascoltando una musica che t’ispiri, che sia “One Vision” dei Queen o un qualsiasi altro brano che sappia stimolarti. Ti aiuterà a pensare in grande e a costruire il mood giusto. E ti suggerisco un ultima cosa: non ti perdere il prossimo post nel quale ti parlerò del “Target”. Perché? Perché chi non ne sa riconoscere la straordinaria importanza è a un passo dal fallimento…
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