Perché è importante definire un target di mercato per il tuo business?

Target, se lo conosci non lo eviti!

Conosci il tuo “pubblico”? Sai chi sono i tuoi clienti o i tuoi potenziali clienti? Se non lo sai, corri subito ai ripari perché il tuo business è seriamente a rischio fallimento. Il target è fondamentale per avere successo nel web e non solo. Ma non temere, sono qui per aiutarti…

“Conoscere i tuoi clienti o potenziali tali come i tuoi amici è oro per il tuo business”. Certo che lo sai, e magari starai pure pensando che si tratta di un’ovvietà. Hai ragione, probabilmente lo è. Però riuscire a raggiungere questo obiettivo è cosa estremamente complessa. Anche perché non esiste un traguardo vero e proprio; puoi sempre imparare qualcosa sui tuoi clienti, anche quando pensi di conoscerli come se fossero tuoi amici d’infanzia.

Il tuo target sono loro: clienti o potenziali clienti, in poche parole chiunque possa essere interessato ai tuoi prodotti o servizi.

COSA È IL TARGET?

Una definizione, un po’ didattica se vuoi, potrebbe essere questa: per Target si intende un gruppo di consumatori o utenti a cui si rivolge l’azione commerciale di un’azienda. Ma lo sai, io preferisco un approccio un po’ più pratico. Ormai cominci a conoscermi un po’. Il target prende in considerazione età, sesso, gusti, e altre notizie fondamentali  che ci aiutano a definire tutte le strategie opportune per una strategia vincente di Web Marketing.

LA SCELTA DEL TARGET

La scelta del Target ovvero di quella nicchia di persone a cui l’impresa si rivolge. Ho usato di proposito la parola “nicchia” e non “segmento” o “categoria” perché i benefici di un target ristretto ma definito sono indubbiamente maggiori rispetto a quelli di un target ampio. Non è il numero dei tuoi contatti a fare la differenza, ma la loro qualità. Ne abbiamo già parlato tante volte, ricordi? Se hai letto altri miei articoli sai bene quanto questo concetto sia alla base del Web Marketing.

A proposito, hai già letto il mio ebook sulla Lead Generation? Lo puoi scaricare gratuitamente semplicemente cliccando qui. Dopo aver terminato questo post, se non lo hai ancora letto, scarica il mio ebook. Lo puoi leggere velocemente e sono certo che potrai trovare spunti interessanti che ti aiuteranno a far decollare la tua attività online.

Leggi anche: Advertising Online: fatti trovare da chi ti sta cercando

PERCHE’ E’ IMPORTANTE STABILIRE UN TARGET

Torniamo a noi… Stabilire un target non è importante, è fondamentale. Nel business online come in quello tradizionale.  Ma perché lo si definisce come “bersaglio”? Perché ogni segmento ha i propri “gusti” quindi per soddisfarli dobbiamo per forza utilizzare diverse strategie di comunicazione, approcci diversi e diversi tipi di posizionamento. Il bersaglio da centrare è difficile, ma più è complesso più sarà poi redditizio per la tua attività.

Capire chi è il tuo Target è fondamentale per affinare le tue strategie di comunicazione e marketing in modo che siano quanto più efficaci possibile. In un senso ampio, non si limita solo a età, sesso e gusti, ma si estende a comprendere anche il livello di reddito, la localizzazione geografica, il livello di istruzione, i valori personali e le abitudini di acquisto. Più precisamente lo conosciamo, più riusciamo a personalizzare i nostri messaggi e le nostre offerte per incontrare le esigenze specifiche e le aspettative del nostro pubblico.

Inoltre, comprendere il tuo cliente ideale ti consente di identificare i canali di comunicazione più efficaci per raggiungerli. Ad esempio, i social media possono essere eccellenti per raggiungere un pubblico più giovane, mentre un pubblico più anziano potrebbe essere più facilmente raggiunto tramite newsletter o giornali.

Lo studio del target si rivela quindi un tassello cruciale nell’elaborazione di una strategia di marketing segmentato, che permetta di massimizzare il ROI (Return on Investment) delle tue attività promozionali.

Un altro aspetto cruciale è il monitoraggio e l’aggiornamento continuo della definizione dei tuoi clienti ideali. Il mercato è in costante evoluzione, così come le abitudini e i bisogni dei consumatori. Di conseguenza, ciò che ieri era un targeting preciso, oggi potrebbe non esserlo più. Investire in ricerca di mercato e in strumenti di analisi dei dati può aiutarti a tenere il passo con questi cambiamenti e ad adattare le tue strategie di conseguenza.

Inoltre, è importante ricordare che i potenziali clienti ideali possono essere segmentati in diversi sotto-gruppi, ciascuno con le proprie specificità. Questo approccio, noto come segmentazione del mercato, può ulteriormente affinare le tue strategie di marketing, rendendole ancora più mirate e dunque più efficaci.

Per esempio, all’interno di un segmento di mercato generico “donne dai 20 ai 35 anni”, potrebbe essere utile distinguere tra studentesse universitarie, giovani professioniste o neomamme, poiché ciascuno di questi sottogruppi potrebbe avere esigenze, desideri e comportamenti d’acquisto molto diversi.

Ricorda che definire e conoscere a fondo il tuo target è un processo che richiede tempo, attenzione e una continua volontà di apprendimento. Approcciandoti a questo compito con curiosità e flessibilità, potrai costruire campagne di marketing più incisive, che parlino direttamente ai tuoi consumatori ideali e sostengano la crescita della tua attività.

COME SI DEFINISCE IL PROPRIO TARGET?

Parola d’ordine segmentazione. Questo è l’unico modo per definire in maniera corretta il target ideale del tuo mercato di riferimento.

Attraverso la segmentazione possiamo affinare la strategia di marketing rendendola più mirata ed efficace.

Ecco i principali metodi d’approccio:

  • Mercato indifferenziato: vale a dire scordarsi completamente della segmentazione e considerare il mercato come qualcosa di omogeneo e si ritiene che l’offerta sia uguale per tutti, ovvero utilizzare un approccio di massa. Personalmente lo ritengo un metodo decisamente superato;
  • Segmenti ampi: specializzarsi ma non troppo. Non si cerca di raggiungere tutto il mercato ma comunque un segmento ampio, con una specializzazione poco definita;
  • Multi-segmentazione: tutto il mercato viene ipoteticamente coperto. È la più impegnativa, tipica delle grandi imprese che hanno grani budget a disposizione;
  • Segmenti di nicchia: è senz’altro la più interessante per piccole imprese e professionisti perché non si limita a fare di necessità virtù. Certo, le imprese più piccole non hanno le risorse risorse per coprire un mercato vasto e quindi offrono prodotti iper specifici, sfruttando un segmento che alle grandi imprese non interessa o che comunque queste ultime faticano ad intercettare.

Per definire in maniera corretta il proprio target, un’impresa deve quindi iniziare con la chiara comprensione del mercato e dei bisogni specifici dei suoi potenziali clienti. Questo richiede ricerca di mercato, analisi dei dati e, spesso, l’uso di tecnologie avanzate che aiutino a tracciare i comportamenti e le preferenze dei consumatori.

L’abilità di adattarsi rapidamente ai cambiamenti e ai nuovi trend del mercato è fondamentale, così come il mantenere un dialogo continuo con il proprio target per comprenderne meglio aspettative e necessità. Identificare e focalizzarsi sul proprio segmento di mercato ideale non solo rende la strategia di marketing più efficace ma permette anche di costruire relazioni di maggior valore e durature con i clienti.

Leggi anche: Le idee per un business di successo non sono finite

POSSIBILI EFFETTI COLLATERALI   

Ti sembra tutto abbastanza facile fin qui? Wow tocca proprio a me darti una brutta notizia… Le cose non sono così semplici. Non è che più segmenti faccio più avrò successo. L’effetto collaterale è che più restringo il mio mercato di riferimento, più si contrae la domanda. Soddisfarla richiede tempo, studio e qualche sacrificio: serve una strategia di Web Marketing precisa e puntuale che scongiuri un innalzamento eccessivo dei costi e sappia sfruttare al meglio le risorse a disposizione (che sono infinite solo nel caso di multinazionali o imperi commerciali, non per noi comuni mortali).

Quel che è certo è che più una segmentazione è precisa, più i clienti saranno soddisfatti e magari disposti a spendere anche qualcosa di più per ottenere il tuo prodotto o servizio.

Una volta analizzato il mercato e individuato il segmento a cui riferirsi, devi poi scegliere il posizionamento dei tuoi prodotti e/o servizi affinché il tuo potenziale cliente ideale li percepisca come “migliori” o meglio più adatti a soddisfare i suoi bisogni e le sue aspettative rispetto alla concorrenza che, credimi, non starà a guardare ma affilerà le armi…

Che tu scelga un blog, un sito web o i social network (considerando che ognuno di essi, da Facebook a Twitter, da Youtube a Instagram ha caratteristiche e “target” diversi) se prima non lo definisci correttamente, rischi non solo di non raggiungere i tuoi obiettivi ma di sprecare un sacco di tempo e denaro in azioni poco utili.

Ma di posizionamento parleremo un’altra volta. Per il momento vorrei davvero invitarti a riflettere sulla definizione del tuo target ideale.

Target, se lo conosci non lo eviti. Se non lo conosci, sei nei guai… Ma non è il tuo caso!

Advertising Online: fatti trovare da chi ti sta cercando!

L’Advertising  Online  è una forma di promozione che sfrutta il web e i canali social per inviare un messaggio pubblicitario ai consumatori.

La sua caratteristica principale, che lo differenzia dall’Advertising Classico, riguarda indubbiamente l’accessibilità, i minori costi e la possibilità di misurare maggiormente i risultati.

L’Advertising Online è, infatti, diventato un ottimo strumento per le aziende che vogliono promuoversi in Internet, poiché con piccoli investimenti hanno la possibilità di:

  • definire e raggiungere gli obiettivi di marketing;
  • raggiungere un pubblico più vasto e qualificato;
  • creare relazioni con le persone;
  • trovare nuovi clienti.

Le piattaforme per l’Advertising Online permettono di creare inserzioni pubblicitarie di ogni tipo,  per destinatari diversi e, realmente, interessati ai prodotti o ai servizi offerti dall’azienda.

Grazie a questi strumenti è possibile indirizzare le campagne pubblicitarie a:

  • un pubblico già profilato secondo le caratteristiche del target di riferimento;
  • chi sta effettivamente cercando i prodotti offerti;
  • un pubblico simile ai clienti già acquisiti dall’azienda;
  • chi ha visitato il sito web senza finalizzare un’acquisto (campagne di retargeting, n.d.r).

Quando parlo di Advertising Online mi riferisco a strumenti come banner, blog, pubblicità sui social network come Facebook o email marketing.

Sono strumenti accessibili a tutti e chiunque può utilizzarli. È anche vero, però, che se non si conoscono bene gli strumenti messi a disposizione, le potenzialità e le principali tecniche di utilizzo, si rischia di investire una fetta del proprio budget senza ottenere i risultati sperati.

Per questo è molto importante rivolgersi ad un professionista in grado di pianificare campagne pubblicitarie mirate al raggiungimento del target di riferimento e, quindi, agli obiettivi aziendali.

Le alternative a disposizione sono ormai molte e anche questo rischia di confondere chi per la prima volta si avvicina a questo mondo.

La scelta della piattaforma e le relative variabili per la profilazione possono nettamente determinare il successo di una campagna online.

Le principali tipologie e piattaforme di advertising online

advertising online

Pay per click (PPC)

ll pay per click è il principale strumento per la veicolazione degli annunci pubblicitari sui media online a pagamento.

Gli annunci pubblicitari testuali, video e illustrati vengono mostrati ai navigatori della Rete con l’obiettivo di condurli su una o più pagine di destinazione (Landing Page).
I benefici di una campagna pubblicitaria online rispetto ad una tradizionale sono molti, ad esempio:

  • si paga solo quando un annuncio è effettivamente cliccato;
  • le visualizzazioni degli annunci senza click successivo portano visibilità a costo zero;
  • gli annunci possono essere ottimizzati costantemente in base al loro andamento;
  • gli annunci possono essere personalizzati in base al target di riferimento della campagna o alla fase del ciclo di acquisto in cui un potenziale cliente si trova (informazione, comparazione, acquisto).

Costo per mille impressioni (CPM)

CPM è l’acronimo di “costo per mille impressioni” e, a differenza del pay per click, prevede un investimento basato sul costo di mille visualizzazioni dell’annuncio pubblicitario.

L’offerta basata sul CPM è ideale per le aziende che, attraverso l’advertising online, vogliono principalmente aumentare la notorietà del Brand e non stimolare gli utenti a compiere un’azione, nel nostro caso: cliccare sulla pubblicità.

Per questo motivo è molto importante scegliere la piattaforma online in cui posizionare il proprio annuncio poiché bisogna cercare di raggiungere più utenti possibili potenzialmente interessati all’attività dell’azienda.

Costo per acquisizione (CPA)

Il CPA è una tipologia di Advertising Online basata sul costo di acquisizione di un utente. È, infatti, in grado di misurare il valore di un’azione effettivamente compiuta da chi ha cliccato su un annuncio pubblicitario ed è atterrato sulla Landing Page dell’azienda.

Per “Azione” s’intende, per esempio, la visualizzazione di una specifica pagina del sito, l’iscrizione alla newsletter, il “Mi piace” dato alla pagina fan aziendale.

L’azienda che utilizza gli annunci basati sul costo per acquisizione può, con molta più facilità, monitorare i costi, le conversioni e il ritorno dell’investimento.

Cost per Lead (CPL)

Ancora più sofisticato rispetto agli altri strumenti, l’Advertising Online basato sul costo per lead è finalizzato all’ottenimento di informazioni utili da parte dell’utente che ha cliccato sull’annuncio.  Si definisce CPL, infatti, quella campagna pubblicitaria in cui l’inserzionista paga solamente i lead, ossia i dati dei potenziali clienti che, per esempio, compilano un form sul suo sito web aziendale e che quindi sono disponibili ad essere ricontattati.

 

Le tipologie di advertising appena descritte vengono utilizzate, in linea generale, da tutte le piattaforme: dai più semplici Network di Affiliazione agli strumenti per il business offerti da Facebook, Google, Twitter e LinkedIn.

 

Facebook  Ads

Con Facebook Ads, dopo un’analisi delle caratteristiche del pubblico obiettivo della campagna (aspettative, interessi, bisogni, etc.) e dei risultati attesi, si può optare per una strategia comunicativa che punti a migliorare la consapevolezza e la reputazione online della marca, ad aumentare le interazioni con gli utenti e a sponsorizzare con successo un prodotto o servizio.

Per tutta la durata della campagna pubblicitaria online si possono monitorare con cadenza quotidiana le performance degli annunci ottimizzandoli in modo dinamico al fine di raggiungere gli obiettivi prefissati.

Google  AdS

Google Ads è la piattaforma pubblicitaria di Google che permette la pubblicazione di annunci di testo, immagini e video sulle pagine dei risultati di ricerca e sui siti che fanno parte della rete display di Google. Si possono pianificare ed implementare campagne Google Ads con il fine di raggiungere obiettivi di business differenti:

  • Lead Generation: guidare acquirenti potenziali su pagine di destinazione online progettate per l’acquisizione di nuovi clienti;
  • E-commerce: aumentare il traffico sul sito di vendita nonché la qualità della presentazione della gamma di prodotti a clienti nuovi e abituali;
  • Reputazione della marca: migliorare il posizionamento di un Brand nella mente del target di riferimento;
  • Traffico verso l’esercizio commerciale: promuovere offerte commerciali sul punto vendita, come ad esempio ristoranti, hotel, negozi attraverso promozione di messaggi basati sulla geo localizzazione dell’utente.

Twitter  Ads

Twitter è uno strumento mirato che ti consente di comunicare direttamente con il tuo pubblico di riferimento senza intermediazioni. Attraverso la creazione di account aziendali, la gestione di contenuti e hashtag dedicati da diffondere tramite questa piattaforma si può puntare ad un aumento del numero di follower ed all’ingresso dei post pubblicati nella lista degli argomenti più discussi del giorno (tranding topic, n.d.r.) e di conseguenza ad un incremento del traffico verso le pagine web aziendali da promuovere (Landing Page, pagine di prodotto, n.d.r.).

LinkedIn  Ads

L’aspetto principale che differenzia l’advertising su LinkedIn rispetto alla pubblicità su Google Ads o su Facebook Ads è l’elevata capacità di profilazione dei clienti B2B (clienti aziendali, n.d.r.). Sul circuito LinkedIn il target può essere, infatti, definito in base alle caratteristiche proprie dell’utente stesso, alla sua formazione e alla sua esperienza professionale.

Una campagna LinkedIn di successo genera un aumento del numero e della qualità dei lead, ovvero delle richieste di contatto commerciali da parte di potenziali clienti e partner industriali.

Odio la Lead Generation (ma tu l’amerai). Scopri perché

Te lo confesso: io odio la lead generation. Te lo dico proprio io che ho condotto diverse campagne di successo per i miei clienti e per la mia azienda. Sì, lo confesso. Come strategia di web marketing è fantastica.

Ma io la odio. Odio la Lead Generation!

Anche se m fa risparmiare un sacco di tempo…

Fino a qualche anno fa ricevevo un sacco di richieste di preventivi, ma la maggior parte di queste erano completamente inutili perché non venivano convertite in clienti finali.

Ma questo appartiene al passato.

Oggi le richieste di preventivo che ricevo arrivano solo da persone che hanno capito l’importanza e le potenzialità della lead generation.

Le tre domande che mi hanno fatto odiare la lead generation

Eppure tanti continuano a chiedermi:

  • cosa è questa lead generation?
  • Funziona?
  • Ma anche nel mio settore?

Non ne posso più di rispondere a queste tre domande! Me le hanno fatte talmente tante volte in questi anni che mi hanno portato ad odiare la lead generation.

Tu, invece, dovresti amare la lead generation. Anzi, ti dico una cosa: l’amerai; ne sono certo.

I 3 motivi che ti faranno amare la lead generation

Dopo averti elencato le principali tre domande che mi hanno fatto odiare la lead generation, ecco i tre motivi che te la faranno amare:

  • Risparmi tempo
  • Diminuisci i costi delle tue campagne di marketing
  • Aumenti i profitti del tuo business

Ti sembra poco?

Non mi dire che anche tu ti stai chiedendo cosa è la lead generation… Ok, dai, te lo dico.

La lead generation è un mix di azioni di marketing che ti permettono di focalizzarti sul tuo cliente ideale e di raggiungerlo.

E i risultati sono decisamente superiori rispetto a tutte le altre strategie di marketing.

Una novità assoluta? No, ma…

Ma non si tratta di una novità assoluta nel panorama del digital marketing. Anzi, magari ti sorprenderà sapere che veniva applicata anche 50 anni fa e forse più.

Solo che, per quasi mezzo secolo, solo le grandi aziende hanno sfruttato la lead generation godendo dei benefici che gli ha portato.

Ma chi l’ha detto che solo le multinazionali possono fare lead generation?

Nessuno: infatti questa strategia, che può essere applicata online e offline con i medesimi principi, funziona per le grandi aziende come per i business più piccoli: dalla multinazionale al negozio di vicinato.

Tutti i business o quasi oggi hanno un sito internet (o dovrebbero averne uno). Ma a cosa serve un sito che non porta traffico? A un bel niente…

Ottenere traffico targhettizzato significa avere persone e aziende realmente interessate ai nostri prodotti o servizi.

Per avere un traffico targhettizzato servono:

  • Una comunicazione personalizzata per generare traffico da motori di ricerca, social network e avere risultati migliori dalle tue campagne di advertising
  • Una struttura di sito web e/o e-commerce che guidi l’utente verso quello che sta cercando in modo chiaro e riduca al minimo l’abbandono immediato della pagina (frequenza di rimbalzo).
  • Una strategia per restare in contatto con chi visita il nostro sito: anche chi non acquista immediatamente (e si tratta della maggior parte degli utenti), se coltivato a dovere, diventerà un nostro cliente nelle settimane o mesi successivi.

Regala valore con i lead magnet

Ma come si fa per restare in contatto per aumentare esponenzialmente le possibilità di trasformare un utente oggi in un cliente domani? Limitarsi a inserire un form sul sito chiedendo di lasciare i propri dati, da solo, non è un metodo efficace.

Certo, ancora oggi uno degli strumenti più potenti resta la posta elettronica. Ma dobbiamo, allo stesso tempo, dare un’ottima ragione agli utenti per convincerli a lasciare il proprio indirizzo di posta elettronica e per fare questo dobbiamo regalare valore.

Regalare valore significa offrire agli utenti qualcosa di utile. Non necessariamente un gadget o un oggetto di valore; sul web un’informazione che risponde ad un’esigenza specifica di un utente è valore. Il valore che offri in cambio della mail, in gergo, si chiama lead magnet.

I più popolari lead magnet sono guide, ebook, white papers, statistiche e, naturalmente, codici sconto. Non c’è un magnet migliore degli altri in assoluto, dipende dalle esigenze del tuo target

In conclusione

Quello che conta sottolineare, in conclusione, è che una volta ottenuto l’indirizzo mail di un utente, ha inizio la fase principale del processo di lead generation.

Quella che abbiamo visto finora è la prima fase del processo di generazione di contatti qualficati. Ma cosa succede quando un utente ci lascia il suo indirizzo mail? Qual è il funnel (ovvero il processo a l’imbuto) che porta l’utente a diventare cliente? Quale deve essere la nostra strategia a quel punto?

Beh, concedimi un pizzico di suspence perché a queste domande risponderò la prossima volta. Molto presto. Buon business and stay tuned…

Puoi leggere l’articolo che parlo nel video qui: http://bit.ly/2otG2yn

Le idee per un business di successo non sono finite

Furyou è la testimonianza che le idee per un business di successo non finiscono mai. Oltre l’idea originale, vediamo cosa possiamo imparare da questo nuovo brand…

Le idee per business di successo sono morte? Viva le idee per business di successo.

Hanno già inventato tutto? Forse no…

Un sabato mattina, mentre andavo a giocare a calcetto, ascoltavo la radio e la speaker che parlava era Luciana Littizzetto. Devo  dire che mi è simpatica, la conosco dai tempi di Mai dire Gol, e alla radio la ascolto volentieri.

Mentre slanciava le sue battute e raccontava storie divertenti, la mia attenzione si è focalizzata sulla storia di un prodotto. Un prodotto che mi ha fatto sorridere, ma nello stesso tempo  mi ha colpito.

E, soprattutto, che è un’ottima idea di business a mio parere. Si chiama Fur.

Ed è una crema per peli pubici femminili.

Proprio così.

Nell’era della depilazione totale e dei corpi perfetti,  Laura Schubert e Lillian Tung che hanno ideato Fur, il primo olio per la cura del pelo pubico. Una specie di rivincita delle hairy che, al prezzo di 39 dollari, aiuta a rendere più morbido il pelo ma anche a prevenire la formazione di infiammazioni e batteri.

Un’idea originale e controtendenza. Ma se molti brand si affannano a cercare un elisir per rendere la (dolorosa) depilazione pubica integrale meno “tragica”, Laura e Lilian hanno cambiato prospettiva e hanno fatto centro.

Sentirsi più sexy, con quello che si ha.

Ecco la formula vincente che ha trasformato il brand in una specie di icona.

 

In rete puoi trovare anche altri particolari della loro storia. Ma adesso, quello su cui mi interessa davvero soffermarmi con te è che, quando si parla di business, sento spesso dire, anche da parte di alcuni amici, che ormai le idee di business sarebbero finite. “Hanno già inventato tutto”  è la frase che ricorre più spesso

Ma…

Ma ecco che Fur ci conferma che questo non è vero e non bisogna arrendersi e continuare a pensare.

Spesso non bisogna inventare niente. Ci si può differenziarsi in un mercato specializzandosi in una tipologia di prodotto, invece che in tutta la categoria, oppure focalizzandosi per tipologia di target.

Cosa possiamo imparare da questa idea di business?

Il caso di Fur ci insegna i 3 ingredienti di un’idea vincente per un business di successo: originalità del prodotto, unicità, costo ed e-commerce

  1. Il prodotto è veramente molto originale e attira l’attenzione, anche quella di chi non è interessato o non ha esigenze di questa tipologia di prodotto. Diciamo che, in questo caso, anche il tempismo è stato perfetto perché secondo il trend attuale e da quello che dice anche la Littizzetto nel suo programma su Radio Deejay la moda del #hairy sta tornando.

Ecco il trend su Google solo per USA:

trend hairy

Il fatto che l’idea di business e il prodotto sono molto originali ha senza dubbio aiutato le fondatrici del anche nella visibilità del loro brand. Infatti, molti giornali e riviste, online e offline, hanno parlato di Furyou. Forse perché l’argomento è divertente, interessa ad un pubblico ampio e per alcuni è anche tabù parlarne.

 

2. Unicità. Sicuramente ci sono anche altri prodotti simili che possono essere utilizzati per lo stesso scopo che ha Fur, ma quest’ultimo è l’unico specializzato. Questo lo aiuta moltissimo nel posizionamento del brand.

Praticamente è come se non avesse nessun concorrente.

3. Costo.Questo prodotto è unico.

Ed è anche l’unico che questa nuova azienda produce e vende.

Sappiamo benissimo che per un’azienda produrre significa avere dei costi. E avere un unico prodotto significa avere poche spese.

Molte aziende hanno diversi prodotti. Non è importante se li producono e li vendono o si occupano solo della loro commercializzazione: la questione è che lo fanno perché pensano che così guadagnino di più.

Invece, spesso è meglio focalizzarsi solo su pochissimi prodotti che hanno poche spese e ottimi margini di guadagno. Il resto dei prodotti può essere solo un peso nel bilancio aziendale, perciò è meglio eliminarli.

Occhio però a non confondere il fatturato con il guadagno netto!

Anche se non ti interessano le automobili, la Mini la conoscerai di certo.

Che c’entra la Mini con i peli pubici? C’entra, c’entra.

Perché quella che una volta era poco più che una divisione del principale costruttore inglese oggi è un brand. E che brand. Mini si è evoluto da prodotto brand a Brand Multiprodotto

Avere un brand con un solo prodotto o comunque una solo topologia di prodotto (come  Brand che vendono solo borse da donna oppure la Jeep che vende solo jeep, pardon fuoristrada) aiuta ad avere una comunicazione più efficace e raggiungere uno specifico target più facilmente ottenendo così anche maggiori conversioni.

 

4. Vendita online

Vendita online

 

Il fatto che Fur sia unico come prodotto significa che può essere commercializzato in tutto il mondo.

Perciò ha milioni di potenziali clienti. Niente male come mercato…

Praticamente, le due amiche  hanno creato un oceano blu, come direbbe W. Chan Kim e Renée Mauborgne. E non hanno dovuto combattere col sangue nel oceano rosso della concorrenza spietata.

Come dicevo anche prima, il prodotto è stato menzionato in diversi articoli di giornali, ma sappiamo benissimo che una storia simile online diventa virale e la visibilità del brand Fur è in continua, rapida crescita ogni volta che viene “scoperto” da siti specializzati, giornalisti, blogger, influencer ecc..

Il sito web ha un design pulito e non ti manda direttamente nell’e-commerce per l’acquisto del prodotto, ma ti dà la possibilità di informarti ancora di più sul brand e percepirne chiaramente il valore.

Manca la comunicazione nella Home page e nella pagina About non c’è storytelling, ma dalla voce Press si va ai vari articoli e comunicati stampa dove si può leggere la loro storia e apprezzare anche lo storytelling.

Infine, vorrei che ti soffermassi un attimo ancora sulla pagina del checkout. Te la segnalo perché non ha nessuna distrazione per chi sta acquistando.

L’unica cosa che puoi fare è compilare i campi per la spedizione e ultimare l’acquisto.

pagina del checkout

L’importanza della Lead Generation, Fur la conosce bene. Nella maggior parte delle pagine del sito ed e-commerce Fur invita a lasciare la mail in cambio di 10% di sconto. Lo fa con un semplice form in fondo della pagina e con un banner.

Sono elementi che non danno fastidio al visitatore durante la navigazione. E poi c’è una call to action per avere uno sconto. Un incentivo che, a chi vorrebbe acquistare, fa sempre piacere.

Se vuoi sapere di più sulla Lead Generation leggi questo articolo: Sii utile, fai qualche piccolo grande regalo e… Genera più Lead

Lead Generation

Se anche tu hai un brand che vende prodotti o hai un’ecommerce guarda i 4 punti fai un’analisi della tua attività. Possono aiutarti molto ad aumentare le tue vendite e i tuoi guadagni.

 

Se hai domande o vuoi lasciare un tuo commento scrivi qui sotto. Se ti va, condividi questo post.

P.S. E grazie Luciana Littizzetto per avermi ispirato a scrivere questo post 🙂

Sii utile, fai qualche piccolo grande regalo e… Genera più Lead

Tre consigli utili e concreti per generare più Lead e rendere più redditizia e affascinante la tua attività online.

Sii utile, fai qualche piccolo grande regalo e… ti ameranno. Chi? Ma i tuoi clienti, naturalmente. Basta questo per generare Lead e iniziare a costruire un rapporto con i tuoi visitatori. Ti sembra che io stia semplificando un po’ troppo? Forse hai ragione, perché generare contatti qualificati non è così facile, ma è anche una delle operazioni più importanti se vuoi costruire il successo della tua attività online.

E allora, parliamone un po’ e vediamo cosa fare e come farlo. Ti va? Salta a bordo, questo breve tour virtuale nel mondo dei Lead inizia da qui!

 

Vuoi avere un business di successo e redditizio? Allora hai bisogno di contatti…  non necessariamente di un sacco di contatti, ma di quelli giusti, qualificati. Hai bisogno di Lead. All you need is Lead, e mi scuseranno i Beatles per aver storpiato il titolo di una loro canzone, ma non sono riuscito proprio a resistere!

 

Senza Lead non c’è successo. O meglio, non c’è proprio nulla. Nessuna vendita, assenza di ricavi, nessun profitto.

Sii utile, dicevamo. Beh, non c’è dubbio che  la maggior parte degli utenti naviga da un sito all’altro alla ricerca di qualcosa, che siano prodotti o servizi. Sono capitati sul tuo sito e non per caso. Ed ecco allora che hai la grande chance di trasformare questi contatti occasionali in Lead. Come? Ecco 3 consigli utili

  • Sii utile: ti serve un valore di lungo termine. Ad esempio un Blog.
  • Non essere venale, non pensare ai soldi. Quelli arriveranno molto presto
  • Le sorprese piacciono a tutti. Fai qualche bel regalo

 

Sii utile: ti serve un valore di lungo termine. Ad esempio un Blog

Tu ce l’avevi un diario segreto? Prima dell’avvento del web era sulle pagine di carta agende o diari che si annotavano pensieri, parole e “segreti”. Io non ne ho mai avuto uno, eppure ho un Blog. Ok, basta con il momento amarcord, torniamo al presente. Lo sai che il Blog è uno degli strumenti i più potenti sul web per generare traffico e per creare una comunità di contatti qualificati?

 

Aggiornalo con frequenza e alterna argomenti tecnici con notizia curiose, insomma mescola tutto e crea il mix perfetto di infoteinment e avrai un Blog di successo. Ma un Blog non è un megafono, non si deve sentire solo la tua voce, costruisci uno spazio in modo da coinvolgere i tuoi lettori, così facendo creerai una comunità virtuale gradevole da frequentare e acquisirai l’autorevolezza necessaria con i tuoi lettori.

 

Inoltre, il blog è anche utile in ottica Seo perché piace tanto al nostro caro Google. Il motivo è semplice: per sua natura, è un diario online dove, con una certa frequenza, si pubblicano in maniera più o meno formale notizie, curiosità, argomenti seri o meno seri, così da poter intrattenere i nostri utenti in modo diverso, cercando di instaurare un rapporto che vada ben oltre la vendita.

 

È uno strumento di interazione fondamentale sia per costruire la tua credibilità sia per iniziare una relazione i propri potenziali clienti, vecchi e nuovi e, come detto, un canale di generazione di traffico potentissimo.

 

Ma fai attenzione: un blog non aggiornato è un’arma a doppio taglio. Credimi, aggiornarlo anche solo un paio di volte alla settimana con contenuti di valore è tutt’ltro che semplice. Non sarà un lavoro facile, ma darà i suoi frutti!

 

Non pensare ai soldi. Quelli arriveranno

Non voglio immaginarti con le pupille a forma di dollari come nei cartoni animati… E’ un’immagine simpatica, ma voglio consigliarti di fare esattamente il contrario. E ti risparmio la filosofia spicciola e le banalità del tipo “i soldi non sono importanti” perché non viviamo di sola aria e perché anche tu, come me, hai scelto il web come casa per il tuo business.

 

I soldi sono importanti, la vendita è il fine ultimo della tua attività (e di tutte le altre a scopo di lucro nell’universo mondo), ma come ho scritto poc’anzi: fine ultimo. Perciò è l’ultimo passaggio di un processo più strutturato e complesso nonché la logica conseguenza di una strategia di Web Marketing efficace.

 

Ti dico questo perché “vendere a tutti costi” è un approccio superato che anzi, di fronte a un pubblico sempre più preparato e consapevole, può essere addirittura controproducente.

 

Se riesce a costruire una lista di contatti qualificati, la vendita verrà da sola, sarà la logica conseguenza di un lavoro quotidiano, fatto proprio di incentivi, contenuti di valore a lungo termine e quel pizzico di fantasia e passione che, sono certo, saprai metterci.

 

Le sorprese piacciono a tutti. Fai qualche bel regalo…

Natale non è passato da molto, chissà quante cianfrusaglie avrai visto sotto l’albero e (qualcuna) sarà capitata anche a te. T’immagino, con quel sorriso stampato sulla bocca e quel grazie pronunciato con finto entusiasmo… Cosa credi? A me è capitata la stessa cosa. Ahimè, so di cosa parlo.

 

Quindi lascia perdere con le cianfrusaglie inutili. Se c’è un pilastro della psicologia di vendita, è  questo: la gente vuole ciò di cui ha bisogno. E quello che ti serve è un Lead Magnet, un incentivo.

 

Studiare il Lead Magnet perfetto è una sfida affascinante ma dannatamente complessa. Devi entrare nella testa dei tuoi potenziali clienti, devi studiare tutte le loro differenze ed elaborare l’incentivo giusto.

 

Le multinazionali che dispongono di budget illimitati possono permettersi concorsi con premi da capogiro, noi ci accontentiamo di risorse gratuite, che non saranno fuoriserie ma, t’assicuro, potranno essere utili. Gi, utili. Torna di nuovo questo termine.

 

Lo so che può non essere un lavoro divertente, ma le persone che sono disposte a lavorare sodo hanno una marcia in più in fatto di competitività rispetto alla concorrenza.

 

That’s all…

Se riesci a seguire questi tre consigli pratici traducendoli in azioni concrete il successo, te lo assicuro, è a portata di mano. Ma non scoraggiarti se dopo due settimane o un mese di duro lavoro non vedrai risultati strabilianti. Ci vuole solo tempo e costanza. E se anche tu, come me, stai canticchiando da qualche minuto “All you need is love”, allora ricorda: all you need is Lead.

 

Non ti preoccupare, i tormentoni passano, mentre il successo resta. That’s all.

One man, one goal… One Vision!

Ho scelto i versi di uno dei più grandi successi dei Queen non perché voglia parlarti di rock o musica, ma perché questa strofa ci regala il senso di visione aziendale, meglio nota proprio come “vision”.

Ecco quello che i tycoon non ti diranno mai…

Pensi che nel business la “vision” sia qualcosa di astratto, secondario? Pensi che basti un buon business plan per partire con il piede giusto e iniziare una nuova avventura imprenditoriale? Puoi smettere di leggere questo post adesso se vuoi. Oppure, meglio ancora, puoi leggerlo fino in fondo e poi cambiare idea. Scommetto che lo farai.

 

Perché sono tanto sicuro? Perché senza vision oggi il mondo sarebbe un posto peggiore, più scomodo. Non avremmo probabilmente né tecnologie che semplificano la vita né servizi che la rendono più comoda. Non avresti la maggior parte degli oggetti che in questo momento vedi sulla tua scrivania, né il dispositivo dal quale mi stai leggendo. Wow, proprio così!

Pensi che sia uno scenario un po’ troppo apocalittico?  E allora ti dirò di più ancora: il business plan è sopravvalutato. Certo che uno strumento di pianificazione economica e finanziaria è fondamentale in fase di start up aziendale, ma senza una visione è poco più che “carta straccia”…

 

Ogni nuova avventura imprenditoriale, ogni azienda nasce, cresce e si fonda sempre su una visione: la visione di un possibile mondo nuovo, migliore, che si vuole contribuire a creare. La visione è il punto di riferimento a cui le persone si ispirano anche nel lavoro quotidiano, raggiungendo obiettivi, individuali o collettivi, altrimenti impossibili.

Bill Gates vision

E se ti dicessi che il sogno di Bill Gates non era quello di diventare un re dell’informatica ma quello di creare un oggetto che stesse sulle scrivanie di tutti gli uffici? E ancora se ti dicessi che l’obiettivo di Walt Disney non era quello disegnare cartoni animati meravigliosi ma suscitare fortissime e bellissime emozioni?

Ti sto solo dicendo che la vision di un imprenditore è qualcosa di più profondo del successo. Eppure la vision è la chiave per il successo. E allora ricorda una regola fondamentale di cui ti ho parlato altre volte quando ho scritto di Lead Generation ed Educational Marketing: focalizzati su quello che puoi offrire ai tuoi potenziali clienti.

 

Credimi, se fossi costretto a scegliere una e una sola cosa che vorrei ti rimanesse impressa di queste poche righe, sceglierei senz’altro questa: prima di pensare ai tuoi guadagni pensa a quello che puoi dare ai tuoi clienti.

 

Posso chiederti di porrti poche, semplici domande? Eccole

  • Quale valore trasferisco al cliente o potenziale cliente?
  • Quale problema del mio cliente contribuisco a risolvere?
  • Quali necessità del cliente riesco a soddisfare?

Se sei stato in grado di rispondere in maniera precisa a ciascuna di queste tre domande hai ben chiaro qual è il reale valore della vision aziendale.

 

Ti faccio un altro esempio: Henry Ford è senz’altro uno dei più grandi imprenditori di tutto il ventesimo secolo. Un uomo capace di creare un impero dal nulla, un uomo che pensava che “Un affare in cui si guadagna soltanto del denaro non è un affare”. Un uomo che soleva ripetere frasi come: “Un idealista è una persona che aiuta gli altri a prosperare”. O ancora: “Gli ostacoli sono quelle cose spaventose che vedi quando togli gli occhi dalla meta”.

Henry Ford

Henry Ford era un pioniere, un visionario. Fare automobili non era che lo strumento per applicare questa vision.

 

I tycoon, i grandi imprenditori spesso parlano di motivazioni e “svelano” il segreto del loro successo parlando di caparbietà, voglia di lavorare e di raggiungere gli obiettivi. Tutto esatto, certo, se stessimo parlando delle doti per avere successo. Nessuno però che si soffermi sulla prima e imprescindibile cosa che serve per un business di successo: la vision.

Si d’accordo… Henry Ford, Bill Gates… ma in che modo la vision può concretamente aiutarmi nella mia attività online? So che te lo stai chiedendo. E non voglio abusare oltre della tua pazienza. Vado al dunque subito.

Esistono 6 regole d’oro per un’attività di successo, e quella della vision è la numero uno. Eccole:

  • Stabilisci la tua vision, definisci il tuo obiettivo
  • Scegli come raggiungerlo
  • Definisci gli strumenti che ti servono per riuscirci (sito web, blog ecc.)
  • Scegli i canali da utilizzare, definisci il tuo target
  • Usa una comunicazione personalizzata con tutti i tuoi clienti e potenziali clienti
  • Scegli con cura e pragmatismo il posizionamento del tuo brand; definisci chiaramente i confini del tuo marchio per accreditarti come autorevole ed esperto nella tua nicchia. I tuttologi, credimi, non vanno lontano nel web marketing….

Questi step sono fondamentali se intendi avviare un’attività online. Lo sono altrettanto per chi vuole quel salto di qualità per attività già avviate.

 

Sia ben chiaro: non ti sto dicendo di sognare l’impossibile. Non ti voglio far perdere tempo con banalità sulle utopie, ma ti chiedo di essere intraprendente. Di essere flessibile. Il business plan della tua azienda non è un dogma, qualcosa che va accettato come un atto di fede. Se c’è una cosa che Business Model Generation di Alexander Osterwalder ci ha insegnato è proprio questa: con la giusta flessibilità tutto può essere mappato facendo “dialogare” i 9 elementi del suo rivoluzionario “canvas”. Ovvero molto di più che un buon business plan.

 

Anzi, per sua natura il business plan non ha una struttura fissa, ma si adatta a seconda del fine per il quale viene redatto. Solitamente è composto da una parte introduttiva generale, una parte che descrive il prodotto o servizio, il mercato di riferimento e una parte finale numerica nella quale vengono indicati nel dettaglio gli aspetti economici e finanziari.

 

La strada per il successo è ripida e tortuosa. E non puoi percorrerla andando sempre dritto, no?

successo vision

Prima di salutarti voglio suggerirti una cosa: rileggi questo post ascoltando una musica che t’ispiri, che sia “One Vision” dei Queen o un qualsiasi altro brano che sappia stimolarti. Ti aiuterà a  pensare in grande e a costruire il mood giusto. E ti suggerisco un ultima cosa: non ti perdere il prossimo post nel quale ti parlerò del “Target”. Perché? Perché chi non ne sa riconoscere la straordinaria importanza è a un passo dal fallimento…

 

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